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Radioterapia

La radioterapia eventualmente associata alla terapia ormonale, rappresenta una delle opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da tumore della prostata. si basa sull’utilizzo delle radiazioni ionizzanti (normalmente raggi X, radionuclidi o in casi particolari protoni e ioni carbonio).
Ne esistono due tipi:

  • la radioterapia a fasci esterni (RT);
  • la brachiterapia (BRT).

Radioterapia a fasci esterni

La radioterapia a fasci esterni viene somministrata mediante una macchina chiamata “acceleratore lineare”.
Possono essere sottoposti a radioterapia a fasci esterni i pazienti
con tumore della prostata in qualsiasi classe di rischio. Se i pazienti sono in classe di rischio intermedia/alta, l’oncologo radioterapista potrà associare alla RT un trattamento con ormoni.
Prima di iniziare il trattamento radiante, l’oncologo radioterapista sottopone il paziente ad una TC (tomografia computerizzata) dell’addome, detta “di simulazione” o “di centratura”, che permette di identificare sia il bersaglio da irradiare, o target, (la loggia prostatica ed eventualmente i linfonodi pelvici), sia gli organi vicini al bersaglio, detti “organi a rischio” (retto, vescica, teste femorali, piccolo intestino), che devono essere schermati dalle radiazioni, al fine di ridurre al minimo la possibilità di effetti collaterali determinati dal superamento delle dosi di tolleranza dei singoli organi a rischio.
Al termine delle procedure di simulazione saranno effettuati dei tatuaggi puntiformi sulla cute del bacino. Lo scopo dei tatuaggi è quello di permettere ai tecnici sanitari di radiologia medica di centrare con precisione il paziente ad ogni singola frazione di radioterapia. Nel caso dei pazienti con prostata in sede la centratura è facilitata dall’impianto nella ghiandola prostatica di markers fiduciali. Si tratta di una procedura effettuata sotto guida ecografica prima dell’esecuzione della TC di centratura.
Anche durante la RT possono essere acquisite delle immagini TC o delle radiografie del bacino per assicurare la precisione del trattamento radiante.

Un trattamento conformazionale
Grazie ai progressi tecnologici e all’accuratezza della fase di pianificazione, la radioterapia della prostata è un trattamento conformazionale, cioè la dose di radiazioni si “modella” attorno alla prostata e se irradiati eventualmente ai linfonodi pelviUn trattamento conformazionale ci, con il massimo risparmio degli organi sani circostanti.
I trattamenti più diffusi sono indicati con gli acronimi 3DCRT (radioterapia conformazionale tridimensionale), VMAT (trattamento volumetrico dinamico ad intensità modulata), IMRT (radioterapia a modulazione della fluenza del fascio) e IGRT (radioterapia guidata dalle immagini). Per IGRT si intende un trattamento radiante in cui il bersaglio della radioterapia è identificato tramite immagini acquisite sul lettino di trattamento. Il trattamento radiante a fasci esterni con frazionamento convenzionale può durare fino 2 mesi a seconda della dose di radiazioni erogata, durante i quali i pazienti devono essere sottoposti quotidianamente, da lunedì a venerdì, alla frazione giornaliera di radioterapia.
Qualsiasi sia la tecnica di irradiazione, il paziente effettua la radioterapia coricato su un lettino, attorno al quale ruota il braccio di un’apparecchiatura chiamata acceleratore lineare, che in posizioni precise e definite dal piano di cura di radioterapia, emette un fascio di radiazioni che vanno a colpire con accuratezza la prostata.
Normalmente il trattamento giornaliero impegna per 15-25 minuti, al termine dei quali il paziente può tornare a svolgere le sue abituali attività lavorative o ricreative.

Radioterapia post-operatoria

La radioterapia post-operatoria ha due differenti finalità: adiuvante e di salvataggio. é definita adiuvante quando si prefigge, in pazienti operati con tumore localmente avanzato e in presenza di margini chirurgici positivi, di aumentare il controllo locale. In questo caso viene effettuata entro pochi mesi dalla prostatectomia radicale. Un trattamento radiante di salvataggio può essere indicato in caso di mancata negativizzazione del PSA dopo prostatectomia radicale o qualora, anche a distanza di anni dalla chirurgia si avesse un rialzo di PSA.

Brachiterapia

In questo caso le sorgenti radioattive vengono posizionate o impiantate direttamente all’interno della prostata. Come trattamento esclusivo è indicata nei pazienti con tumore della prostata circoscritto alla ghiandola prostatica e con fattori prognostici favorevoli. Nei pazienti con tumore della prostata in classe di rischio intermedia/alta la brachiterapia può essere associata alla radioterapia a fasci esterni. In questi casi viene spesso prescritto in associazione un trattamento ormonale.
La brachiterapia prevede un tempo chirurgico in anestesia spinale (o generale), durante il quale le sorgenti radioattive sono collocate all’interno della ghiandola prostatica sotto guida ecografica transrettale.
Questa modalità di cura prevede, un breve ricovero ospedaliero, durante il quale, prima dell’avvio della brachiterapia, il paziente sarà sottoposto ad una valutazione anestesiologica.
Vi sono due diversi tipi di impianti.

Impianto permanente
Le sorgenti radioattive, generalmente sotto forma di piccoli semi di iodio o palladio, sono posizionate all’interno della ghiandola prostatica e vi rimangono per sempre, senza conseguenze per il paziente. Per alcune settimane dopo l’impianto è necessario seguire alcune norme cautelative, come non essere a stretto contatto con i bambini e le donne incinte. Nell’eventualità, sebbene rara, che qualche seme possa uscire dalla prostata trasportato dallo sperma, è consigliato per qualche tempo l’uso del preservativo durante i rapporti sessuali.

Impianto temporaneo
La sorgente radioattiva, l’iridio, è posizionata temporaneamente all’interno di vettori o piccoli tubi collocati all’interno della prostata per un numero di sedute variabile a seconda del piano di cura. Durante il trattamento il paziente radioterapico è ospitato per breve tempo in una stanza isolata sotto lo stretto controllo del personale medico e tecnico. Al termine del ricovero, generalmente della durata di 2-3 giorni, le sorgenti ed i vettori sono completamente rimossi, pertanto non è necessario seguire alcuna norma comportamentale specifica.

Possibili effetti collaterali acuti della radioterapia

Gli effetti collaterali acuti compaiono durante il trattamento e tendono a regredire completamente dopo la sua conclusione. 
L’entità di tali effetti collaterali varia da paziente a paziente ed è controllabile con adeguata terapia medica.
I disturbi che più frequentemente compaiono sono quelli minzionali (aumento della frequenza delle minzioni, difficoltà a ritardare la minzione, presenza di sangue nelle urine, minzione rallentata, bruciore e dolore durante la minzione), e ano-rettali (perdita di sangue dal retto, sensazione di dover defecare senza emissionie di feci, bruciore o dolore durante la defecazione, perdita di muco dal retto). Possono manifestarsi anche dolori addominali e diarrea (in caso di irradiazione dei linfonodi pelvici). Infine, durante il periodo di trattamento, può comparire anche una sensazione di affaticamento e spossatezza.

Possibili effetti collaterali tardivi della radioterapia

Gli effetti collaterali tardivi possono comparire a distanza di mesi o anni dalla fine del trattamento. Potrebbero verificarsi saltuarie perdite di sangue dal retto e/o con l’urina, deficit dell’erezione
e riduzione o assenza di sperma.

I vantaggi della radioterapia

La radioterapia a fasci esterni viene condotta in regime ambulatoriale. Si tratta di un trattamento nella
maggior parte dei casi ben tollerato ed il paziente può recarsi ad effettuare la seduta giornaliera di terapia senza la necessità di essere accompagnato.
Per la brachiterapia è necessario un breve ricovero per l’impianto delle sorgenti radioattive nella ghiandola
prostatica ed una degenza di qualche giorno.

I controlli dopo la radioterapia

Dopo la radio terapia è importante sottoporsi a visite radioterapiche periodiche. Oltre al PSA, l’oncologo
radioterapista visiterà il paziente e valuterà gli effetti collaterali legati al trattamento. Potrebbero essere richiesti ulteriori esami del sangue per i pazienti in terapia ormonale o accertamenti di diagnostica per immagini in caso il PSA aumentasse.

Luoghi comuni, domande e perplessità frequenti riguardanti la radioterapia

Ecco le domande più frequentemente poste dai pazienti.
“Durante la radioterapia sono radioattivo?”
Solo la brachiterapia con impianto permanente, che comporta il posizionamento di semi radioattivi nella prostata, richiede che il paziente, immediatamente dopo l’impianto, usi qualche cautela nei confronti dei bambini e delle donne in gravidanza.
Le altre metodiche non comportano alcun rischio per le persone che circondano il paziente, in quanto le radiazioni sono erogate solo nel momento in cui il paziente si trova sul lettino di trattamento.
“è possibile avere rapporti sessuali durante la radioterapia? Posso trasmettere il tumore alla mia partner?”
è certamente possibile avere rapporti sessuali durante il trattamento e il tumore non viene trasmesso per via sessuale.
Un unico accorgimento riguarda i pazienti sottoposti a brachiterapia con impianto permanente, poiché, in rarissimi casi, è capitato che uno dei semi posizionati nella ghiandola prostatica sia uscito durante un rapporto sessuale: perciò viene consigliato, solo nelle prime settimane dopo l’impianto, di avere
rapporti utilizzando il preservativo.

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