L’emergenza sanitaria ha avuto come conseguenza una sensibile riduzione delle diagnosi di patologie tumorali: come è noto, non sono diminuiti i tumori, ma i controlli ospedalieri per il timore del contagio. Meno note sono le conseguenze della pandemia nel medio periodo: nei prossimi anni si prospetta un aumento delle diagnosi di tumori, dovuto a stili di vita peggiori (la sedentarietà, l’impennata del consumo di alcolici, il conseguente sovrappeso) e al calo dei controlli periodici.
È ottobre mentre scrivo, e intorno a noi risuona il grido della LILT di Milano per unirsi alla lotta contro il tumore al seno: join the fight! Invitano i manifesti della campagna.
Anche per il tumore alla prostata non c’è più tempo. Le istituzioni devono impegnarsi ORA per la diagnosi precoce del tumore maschile, con la stessa forza e convinzione con cui si sono impegnate e si impegnano per il tumore al seno. Su questi temi non vi è confronto o conflitto di genere, uomini e donne già collaborano alle battaglie per la salute dell’uno come dell’altra.
Europa Uomo è pronta a un impegno straordinario.
In questi lunghi mesi di apnea non ci siamo accontentati di sopravvivere.
L’essere tutti, pazienti, familiari, componenti del comitato scientifico, tutti volontari, l’essere una comunità generosa comporta, rispetto a strutture molto professionalizzate, una maggiore fragilità. Eppure la fragilità, come leggerete nella rivista, non è un difetto, ma una qualità umana capace di mettere in moto risorse inaspettate.
Nel corso della pandemia abbiamo imparato e sperimentato molte cose nuove, che non abbandoneremo: per esempio, quanto il virtuale possa esserci utile nel mondo reale per raggiungere e comunicare con i pazienti; quanto i social media siano uno strumento eccezionale perché l’informazione, l’aggiornamento e gli approfondimenti raggiungano per un larghissimo numero di persone; e ancora quanto il gruppo di auto-aiuto – proseguito da remoto – sia un sostegno per pazienti e familiari, ma anche un esempio di ottimismo praticato e di cambiamento positivo. Ecco cos’è la resilienza.
In questi mesi abbiamo anche gettato le fondamenta per una nuova organizzazione del consiglio direttivo e delle delegazioni sul territorio. Il comitato scientifico si è rinnovato nel segno della territorialità, e con una maggiore partecipazione di medici di medicina generale, che sono il presidio principale d’informazione per gli uomini italiani. Colgo qui l’occasione, a nome di tutta l’associazione, per ringraziare di cuore il comitato scientifico precedente, e salutare quello nuovo, con un augurio di buon lavoro.
Negli ultimi anni vi è stato un progressivo maggior interesse dei media e delle istituzioni sul tema della salute maschile e del tumore alla prostata.
Questa progressione è troppo lenta, ed è inaccettabile se si pensa che si tratta di vite che non si è riusciti a salvare, a diagnosi precoci mancate e che avrebbero potuto portare cure migliori, con un minor impatto sulla qualità della vita del paziente e dei familiari.
Per il tumore alla prostata, chiediamo alle istituzioni di non perdere più tempo.
Consideriamo che per questa patologia partiamo con due handicap considerevoli: non è ancora disponibile un equivalente dello screening mammografico, e gli uomini mostrano una minore attenzione alla loro salute rispetto alle donne.
La partecipazione degli uomini sarà un elemento determinante, come lo è stato l’engagement delle donne per il tumore al seno.
La comunità di pazienti attivi nella nostra associazione è un esempio molto incoraggiante di uomini impegnati sul fronte della salute maschile.
È un invito: unitevi a noi, sostenete la nostra associazione.
Più siamo, maggiori risorse abbiamo, più forte e alta sarà la nostra voce e più vite salveremo.